In Myanmar tra i perseguitati vi sono anche i cristiani delle etnie Kachin e Chin, nel nord del paese, e Karen e Karenni, nell’est. Non si contano negli ultimi anni le chiese distrutte, i villaggi messi a ferro e fuoco, le decine di migliaia di persone costrette alla fuga. E soprattutto: chi e perché li perseguita? Filtrano notizie di conversioni forzate al buddismo, anche in tenera età , in scuole finalizzate a trasformare gli alunni di altre fedi in piccoli monaci col capo rasato e la tunica arancione. L’importazione di Bibbie e libri religiosi è illegale. Ai non buddisti è preclusa qualsiasi carriera nelle amministrazioni statali. Di fede buddista è infatti la stragrande maggioranza della popolazione del Myanmar. E sono capitanate da monaci buddisti le organizzazioni più intolleranti contro le minoranze di altre fedi, col pieno appoggio dei militari. Tutto l’opposto, cioè, della leggenda che accompagna universalmente il buddismo, quasi sempre dipinto come tutto pace, compassione, saggezza, fratellanza. La realtà è molto diversa. La libertà religiosa è pesantemente repressa non solo in Myanmar ma, sia pure in misura minore, in altri paesi a dominante buddista come lo Sri Lanka (…), il Laos, la Cambogia, il Buthan, la Mongolia» (Sandro Magister, blog Settimo Cielo, 5. 9.17).
il blog di Rino Cammilleri
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