«Nel 1962, alla fine della guerra (d’Algeria), il governo di Parigi abbandonò alle vendette dei vincitori i suoi soldati musulmani (c.d. harkis). Fu una mattanza (…). Solo pochi trovarono scampo nella patria di adozione». Gli altri, «tra i 30mila e 150mila», furono trucidati «nei modi più atroci: costretti a scavarsi la fossa e a ingoiare le decorazioni prima dell’esecuzione, bruciati vivi, dati in pasto ai cani, evirati, legati ai camion e squartati. Intere famiglie, anche con i figli piccoli, vennero eliminate» (Marco Valle, «Il Giornale» 12.10.18).