“Alla morte di Matteo Ricci, c’erano soltanto 16 gesuiti in tutta la Cina: otto fratelli cinesi e otto padri europei. Con l’arrivo dei francescani e dei domenicani, intorno al 1630, e con un lieve incremento dei gesuiti nello stesso periodo, il numero dei missionari stranieri arrivò a più di 30, e rimase costante tra i 30 e i 40 nell’arco dei successivi trent’anni (…). Quando Matteo Ricci morì a Pechino nel 1610, dopo trent’anni di missione, c’erano circa 2.500 cristiani cinesi. Nel 1665 i cristiani cinesi erano diventati probabilmente circa 80.000, e intorno al 1700 erano circa 200.000” (cfr. «Il missionario arrivava una o due volte l’anno», di Nicolas Standaert, gesuita, su «La Civiltà Cattolica» del 10.12.16, cit. da Sandro Magister, blog «Settimo Cielo» 23.9.19). I cristiani giapponesi rimasero senza sacerdoti per ben due secoli, dal 1638 alla metà del secolo XIX.