«Lo sapete che mentre combatteva in Sudamerica al servizio della Repubblica del Rio Grande contro l’Impero brasiliano (1839) si rese responsabile della strage di Imaurí, in cui venne fatta orrendamente a pezzi la pacifica popolazione locale, colpevole solo di non volersi schierare dalla parte dei repubblicani? Nella sua biografia, inorridito egli stesso per la mattanza a cui s’erano abbandonati i suoi uomini, scrive: “Eseguii un ordine categorico, che non mi lasciava alternative”. Anche i gerarchi nazisti avrebbero accampato la stesa scusa, a Norimberga nel 1946. Lo sapete che, dopo aver seminato figli, aborti e tentati suicidi d’amore tra parecchie decine di donne che amava e poi lasciava, a 53 anni impalmò una minorenne, la marchesina Giuseppina Raimondi, che lasciò un’ora dopo le nozze quando gli fu scortesemente riferito che la disinibita ragazza aveva due amanti ed era già incinta di uno di loro? E che un mese prima, da Caprera, le aveva mandato una lettera in cui, supplicandola di sposarlo, scriveva: “Io ho nell’isola una donna plebea, e da quella donna ho una bambina; ma questo sarebbe il minore ostacolo…”» (Andrea Del Ponte, «Il Giornale del Piemonte e della Liguria», 16.6.20).