«Una nuova esacerbazione dello scontro israelo-palestinese è iniziata all’inizio di maggio 2021 durante la discussione da parte della Corte suprema israeliana sull’approvazione della decisione del tribunale di grado inferiore di sfratti a famiglie palestinesi dalle loro case nella Città Vecchia di Gerusalemme. I media riportano il caso parlando dei palestinesi semplicemente sfrattati dalle loro case, che vengono trasferite agli ebrei, ma non è così. Il fatto è che gli ebrei accettano di pagare molto, molto denaro ai palestinesi per case nella Città Vecchia e nei suoi dintorni. Ma tra i palestinesi c’è il divieto di vendere case agli ebrei. Gli islamisti radicali possono persino punire con la morte chi ha violato questo divieto. Tuttavia, i soldi sono molti e non tutti riescono a resistere alla tentazione. Inoltre, spesso compaiono per primi degli acquirenti arabi, e poi si scopre che i proprietari finali sono comunque ebrei. Allora i palestinesi che hanno venduto negano l’accordo e si rifiutano di lasciare le case. Inizia il contenzioso, che si conclude con uno sgombero forzato» (A. Vlasov, Ricognizioni, 31.5.21).
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