«In Torino i Benso lo abbandonarono nel 1725 e l’edificio passò in proprietà dei Vercellis, continuando, però, ad essere chiamato comunemente «Palazzo Cavour». Tra quelle mura ormai scomparse abitò pochi anni dopo, al servizio della contessa Vercellis, Jean-Jacques Rousseau. (…) Marion, la giovane domestica di casa Vercellis, dal Rousseau falsamente e squallidamente accusata con spudorata pervicacia – anche in un diretto faccia a faccia – di un furto che egli stesso, in realtà, aveva compiuto. L’agire rousseauiano provocò forse, per quanto si è potuto sapere o supporre, letteralmente la rovina della vita intera della donna.» (G. Mola di Nomaglio, Europa cristiana, 4.4.22).

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