«La testimonianza più vera sul 7 ottobre è questa: “Mi chiamo Prof. Aryeh Eldad dell’ospedale Hadassah Ein Kerem. Anni fa ho fondato la Skin Bank in Israele, che è la più grande del suo genere al mondo. La banca della pelle contiene pelle per la cura quotidiana e per i tempi di guerra. La banca della pelle si trova nell’ospedale ‘Hadasa Ein Kerem’ di Gerusalemme, dove ero direttore del reparto di chirurgia plastica. Un giorno mi è stato chiesto di inviare la pelle per una donna musulmana di Gaza, che era stata ricoverata nell’ospedale ‘Soroka’, dopo che i suoi familiari l’avevano bruciata. Tali orrori si verificano abbastanza spesso nelle famiglie musulmane quando si sospetta che la donna abbia avuto una relazione. Abbiamo fornito tutto l’omotrapianto (cellule della pelle dei donatori) necessario per il suo trattamento. È stata curata con successo dal mio amico e collega, il Prof. Lior Rosenberg ed è stata rilasciata nella sua casa a Gaza. È stata invitata a regolari visite di controllo presso la clinica ambulatoriale di Be’er Sheva. Un giorno è stata sorpresa al valico di frontiera con addosso una cintura esplosiva. La sua missione era quella di farsi esplodere nell’ambulatorio dell’ospedale dove le era stata salvata la vita. Dopo un’indagine sembra che la sua famiglia le avesse promesso che se l’avesse fatto l’avrebbero perdonata. Questo è un conflitto culturale, o meglio una guerra tra civiltà e barbarie. Ecco cosa attende il mondo se lui non si prende cura di fermarlo”» (G. Meotti, newsletter, 16.2.24).
il blog di Rino Cammilleri
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