Scusate se non mi unisco al piagnisteo sui poveri ragazzi in lockdown a rischio di depressione e ansia. Mio padre era un ragazzo quando dovette stare cinque anni chiuso in un sommergibile da guerra (e quelli dei ’40 erano scatole di sardine rispetto agli odierni). E poi sconfitto e prigioniero. Altro che ansia e depressione! Eppure lo ricordo come l’uomo più allegro e vitale che abbia mai conosciuto. Certo, l’interazione è necessaria, ma oggi c’è Skype e Zoom e i cellulari. Anche per gli anziani. Infine, risulta che quando a scuola si può andare i ragazzi marinano, ora che non si può vogliono andarci… Eh, so’ regazzi!
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