Trascrivo una lettera gentilmente segnalatami da Vittorio Messori: «Comunità Israelitica di Milano, 2 maggio 1945. A Sua Eminenza Cardinale Schuster, Arcivescovo di Milano. E’ a nome degli ebrei liberati dall’incubo dell’esistenza trascorsa per tanti mesi, di quelli che si sono salvati quando erano più perseguitati, che rivolgo il presente messaggio alla Eminenza Vostra, per esprimere la loro gratitudine più profonda per quanto la Chiesa Cattolica ha fatto in loro favore. A rischio continuo della vita, soffrendo per noi il carcere o il campo di concentramento, i Vostri Sacerdoti hanno sentito l’imperioso dovere di riconoscere con i fatti che la fratellanza umana supera ogni differenza di fede. E nell’opera sono stati degni Missionari dell’idea di bontà e di carità. E’ stata concessa allo scrivente la possibilità di precisare i sentimenti nostri alla Radio di Milano Libera la sera del 30 aprile u. s., ed ora di nuovo si vuole assicurare l’Eminenza Vostra della comprensione e valutazione più completa di quanto è stato con spirito fraterno compiuto per noi. Non verrà più di dimenticare e costantemente conclamare in tutto il mondo l’azione di salvataggio di esistenze umane, che la Chiesa ha compiuto, mentre le forze del male le distruggevano. Voglia gradire l’Eminenza Vostra i sensi del più profondo ossequio. Raffaele Cantoni, Commissario Straordinario».