Su «Radio Vaticana» il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha riferito di una sua visita in Bosnia (Zenit.org del 26 giugno 2009). Ha detto, tra le altre cose, che in Bosnia c’è un processo di islamizzazione in corso e Sarajevo è ormai una città musulmana. «I cattolici sono stati le principali vittime della guerra e molti sono fuggiti dal Paese (…). Nella Diocesi di Banja Luka prima della guerra del ’91-’95 erano 150.000, oggi ne restano 35.000 (…). Molti se ne sono andati perché le loro case sono state incendiate, altri per la pressione e per la paura di perdere anche la vita. Numerosi sacerdoti e religiosi sono stati assassinati. Chiese e monasteri sono stati dati alle fiamme e distrutti (…). Negli ultimi anni sono state costruite più di 100 moschee, anche in luoghi dove non c’erano mai state». Il cardinale ha anche affermato: « …come del resto c’è una volontà di fare della Repubblica Serba un Paese ortodosso». Non c’è male (diciamo noi) come bilancio di un «intervento umanitario» fortemente invocato a suo tempo da Giovanni Paolo II.