Racconta p. Piero Gheddo, decano dei missionari italiani (nel suo libro «I 155 anni del Pime in India e Bangladesh», Emi), che i primi quattro missionari del Pime (Pontificio istituto missioni estere) arrivarono in India nel 1855 e rimasero inorriditi: devoti indù che si facevano schiacciare dalle ruote di carri carichi di idoli, cadaveri portati dal Gange e mangiucchiati dalle bestie, vedove arse vive sui roghi dei mariti morti, malati soffocati dal fango del fiume sacro (messo loro in bocca per guarirli), feste di dodici giorni per le «nozze» di scimmie sacre, e via disgustando. Analogo orrore provarono gli spagnoli quando si videro offrire sangue umano come pietanza dagli Aztechi. E si potrebbe continuare con tutte le parti del mondo prima che la «luce di Cristo» (come ebbe a dire l’allora cardinale Ratzinger) facesse piazza pulita dei demoni mai sazi di morte che imperavano sull’umanità .
il blog di Rino Cammilleri
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