Insomma, un buco in fondo al mare. E la Scienza (maiuscola, mi raccomando: quella stessa che ha stabilito che Dio non esiste) non riesce a tapparlo. Ma andiamo a vedere le carte. Carlo Stagnaro, sul «Foglio» del 12 giugno 2010, dopo aver rammentato l’ira di Obama, ha scritto: «Negli anni, Bp ha fatto di tutto per allontanare la sua immagine dal brutto e sporco petrolio (addirittura cambiando il nome da British a Beyond Petroleum). Ha finanziato i movimenti ecologisti e i politici a loro vicini (tra cui Obama)». Per l’impegno nel lobbying ambientale «forse solo Enron e Lehman Brothers l’hanno superata». Tuttavia, «quello del 20 aprile, che ha ucciso 15 operai, è almeno il terzo grave incidente in pochi anni: nel 2005, un’esplosione nella raffineria di Texas City fece 14 vittime, nel 2006 una fuga dall’oleodotto di Prudhoe Bay (Alaska) riversò quasi un milione di litri di greggio». Strano, «se si considera che i petrolieri tendono ad avere un’attenzione maniacale per la sicurezza (per terrore del danno economico e reputazionale)». Ma «se la variabile da massimizzare è l’immagine verde o la promozione di politiche “ecologiche”, altre variabili finiscono inevitabilmente per sottoperformare». Donde la conversione “verde” della BP? «Il colpevole ha un nome: Lord Browne», che nel 2007 «ha lasciato in eredità al povero Tony Hayward un’azienda spolpata di competenze». Jeff Skilling, presidente della Enron, diceva che il “verde” che interessa «è quello dei bigliettoni» (i dollari sono da sempre tutti verdi, colore caro alla massoneria, ndr). Dice Stagnaro che «la stessa lotta all’effetto serra, peraltro, è un mero strumento politico per spillare sussidi monetari». Non stupisce che la Bp reagisca «col tic di sempre: invocando nuova regolamentazione e facendo azzeccagarbugliescamente spallucce alla tragedia, ché il piano di emergenza sottomarina non era obbligatorio e la responsabilità civile è limitata per legge a 75 milioni di dollari». Ma ormai per fare utili non bisogna più soddisfare una domanda di mercato, bensì «creare un bisogno artificiale grazie a leve politiche». Titolo del pezzo di Stagnaro: «Troppa economia verde è all’origine della marea nera di Bp. Il gruppo petrolifero per anni si è voluto mostrare a tutti i costi “amico dell’ambiente”, dimenticando il suo mestiere».