Nel Buthan il buddismo tibetano è religione ufficiale, con tanto di leggi anti-conversione a proteggerla. Il piccolo regno himalayano è considerato la mecca per scalatori ed escursionisti ma anche un paradiso perché il suo re ha proposto di sostituire il calcolo del Pil (prodotto interno lordo), tanto caro agli occidentali, con quello del Fil (felicità interna lorda). Dal paradiso buthanese è bandito pure il fumo, tant’è che la polizia vigila perfino con i cani addestrati. Chi viene trovato in possesso di sigarette rischia fino a cinque anni di carcere. Tutto in omaggio al buddismo mahayana, che considera il fumo un male per il karma. La prima vittima è giusto un monaco buddista trovato in possesso di ben settantadue pacchetti di tabacco da masticare. L’uomo, un giovane, è accusato pure di contrabbando. Fonte: agenzia AsiaNews del 2 febbraio 2011 (segnalato da www.centrofederici). Così, il Buthan, oltre ad essere l’unico stato ufficialmente buddista al mondo, diventerà anche il primo smoke-free. Non si sa, però, se il vicino cinese (il maggior consumatore di tabacco del mondo) apprezzerà. Il Tibet se l’è già preso. E l’altrettanto vicina India s’è presa il Sikkim, altro staterello buddista himalayano…