Nel cinquantesimo della morte del celebre psichiatra svizzero Carl Gustav Jung, Roberto Marchesini ha scritto un interessante commento online su LaBussolaQuotidiana. «In generale il mondo cattolico ebbe, almeno fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, un atteggiamento di notevole diffidenza nei confronti della psicoanalisi e delle altre dottrine da essa derivate (ad esempio la psicologia analitica di Jung e la psicologia individuale di Adler)». Nel 1961 la Congregazione per la dottrina delle fede proibì al clero, ai religiosi e ai seminaristi di praticare la psicoanalisi o di sottoporvisi. A fine decennio, però, «la psicoanalisi venne riproposta attraverso i lavori di Reich, Marcuse e Fromm, che proponevano una rilettura di Freud in sintonia con il pensiero marxista». E, data l’infatuazione cattolica per il marxismo, la psicoanalisi risultò sdoganata. Soprattutto quella di Jung, che rifiutava il pansessualismo e l’ateismo freudiani. Ma non tutti sapevano (né sanno) che «buona parte dell’Opera Omnia di Jung è occupata da libri che trattano di… alchimia». Sì, proprio alchimia-alchimia. Nel 2002 la Rizzoli pubblicò un suo libro, «Ricordi sogni riflessioni». Qui Jung spiega che «il procedimento alchemico della coniunctio oppositurum, ossia l’unione degli opposti, è il cuore della psicologia analitica». A p. 262 si può leggere: «Chi è il responsabile di questi peccati? In ultima analisi è Dio, che ha creato il mondo e i suoi peccati, e perciò deve patire Egli stesso la sorte dell’umanità di Cristo». Ragionamento gnostico. Ma c’è di più: «Jung racconta che nel 1916 fu oggetto di un fenomeno di scrittura automatica durato tre sere». Ne fece un in libretto di poche pagine intitolato Septem sermones ad mortuos e «dettatogli» dal filosofo gnostico Basilide (II sec.). Nel 2010 «è stato pubblicato il “Libro rossoâ€, tenuto segreto dallo stesso Jung per tutta la sua vita e, in seguito, dai suoi eredi; esso contiene i Septem sermones ed altri scritti magici (…): un enorme volume che Jung di suo pugno ha vergato in caratteri gotici, miniato e dipinto». Mah. Sarà meglio tenerci le nostre nevrosi.
il blog di Rino Cammilleri
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