A proposito del pattume napoletano, segnalo un lucido commento di Robi Ronza su La BussolaQuotidiana del 25 giugno 2011. Napoli, scrive, è una ex grande capitale europea che i piemontesi declassarono a prefettura. E’ «un gigante snervato, perciò incline alla follia». Da qui la pretesa di nazionalizzazione di un suo problema comunale. Né «si spiega diversamente il caso di una grande città a forte vocazione turistica che all’inizio dell’estate si garantisce una potente campagna negativa» rilanciata dalle tivù di tutto il mondo. «Napoli si fa gestire lo smaltimento delle immondizie dallo Stato a spese di tutti noi (…). Appena la gestione statale viene meno si ritorna al caos di prima». Il nuovo sindaco è a capo di «una coalizione che comprende anche i “verdi” e che ha vinto le elezioni con un programma nel quale tra l’altro si dice di voler risolvere il problema dei rifiuti con la crescita esponenziale della raccolta differenziata senza ricorrere in alcun modo agli inceneritori». Dunque, se la veda lui. Se proprio vuole aiuto statale, questo non sia «a totale carico dello Stato bensì in cambio della cessione del gettito della tassa comunale sui rifiuti». Meglio non si potrebbe dire.