Mi informa l’agenzia Corrispondenza Romana (16 giugno 2001) che Budapest è piena di cartelloni in cui un feto dice: «Potrei pure capire che non sei pronta per me, ma pensaci due volte e fammi adottare, lasciami vivere!». C’è, accanto, il logo Progress della Ue. Cioè, la campagna antiabortista gli ungheresi la stanno facendo anche coi fondi europei. Infatti, sono partiti fulmini e fiamme dalla Commissione, che si sente presa per i fondelli (chi volesse approfondire, CR 1196/02). L’eurodeputata socialista francese Sylvie Guillaume ha tuonato che «utilizzare denaro del programma Progress o di altra fonte Ue per una campagna anti-aborto è un abuso ed è incompatibile con i valori dell’Ue». Infatti, com’è noto, i valori della Ue sono ben altri.