I medici volontari di strada del Naga milanese hanno effettuato un’indagine durata due anni sulle “Condizioni di vita e di salute delle persone che abitano le aree dismesse e i campi irregolari di Milano”. In pratica hanno visitato metà della popolazione rom, tutta gente originaria della Romania. E hanno descritto la consuetudine di far sposare le ragazzine a 13 anni. Restano subito incinte ma si tratta di gravidanze che “non saranno mai portate a termine”. Infatti, quelle ragazze “nel corso della vita subiranno in media 3,8 interruzioni di gravidanza”. Sì, perché “il 32 per cento delle 453 donne sopra i 14 anni visitate ha subito almeno un aborto” (fonte: “Il Giornale”, cronaca milanese, 20 gennaio 2012, titolo: “A Milano le spose bambine rom e quattro aborti per ogni donna”). Eh, che vogliamo farci? E’ la loro “cultura”…