Su LaRepubblica.it del 7 marzo 2009 (ringrazio Pietro Licciardi per avermelo segnalato) è comparso un articolo di Silvana Mazzocchi con questo titolo: « Anche le femministe in un libro riconoscono che l’8 marzo è una festa “inventata”…». E’ la recensione di un testo (Storie, miti e riti della giornata internazionale della donna, di Capomazza e Ombra, ed. Utopia). Secondo la leggenda fu la rivoluzionaria Clara Zetkin, nel 1910, a scegliere l’8 marzo per ricordare le operaie americane morte due anni prima durante un incendio avvenuto nel corso di uno sciopero. Invece, è «provato da una ricca documentazione che, a fissare il giorno delle donne all’8 marzo», fu «la Conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921 “per ricordare una manifestazione di donne con cui si era avviata la prima fase della rivoluzione russa”». Le mimose? Nel 1946 quando l’Udi, Unione donne italiane, si trovò a organizzare il primo 8 marzo dell’Italia liberata, le partecipanti alla discussione decisero di optare per le mimose. Come ricordava il compianto Alfredo Cattabiani, i prati di Roma erano pieni di fiori e fiorellini, ma la mimosa era speciale, essendo il fiore dell’acacia, albero simbolo della massoneria.