Riporta Zenit del giorno seguente che MissiOnLine.org, del PIME, il 27 agosto 2012 è stata l’unica agenzia ad aver rotto il muro di silenzio attorno alla famiglia di Salman Taseer, il governatore musulmano del Punjab ucciso il 4 gennaio 2011 a Islamabad dalla sua guardia del corpo per essersi schierato apertamente contro le leggi antiblasfemia. “La notizia della sua morte fece il giro del mondo, tutti lodarono il suo coraggio. Però di lui e della sua famiglia in Occidente ci si è dimenticati molto presto. Ma non lo hanno dimenticato i fondamentalisti islamici pakistani, che il 27 agosto 2011 hanno anche rapito suo figlio Shahbaz Taseer. Sì, perché nella follia di queste persone schierarsi contro una legge che può essere brandita contro chiunque senza alcuna prova è una colpa talmente grave da tramandarsi di padre in figlio”. L’agenzia invita “tutti coloro che hanno un profilo Twitter a inviare un messaggio sul profilo di Sahbahz Taseer all’indirizzo @ShahbazTaseer: (…) «Dear Shahbaz, we are with you and with your brave family» («Caro Shahbaz, siamo accanto a te e alla tua coraggiosa famiglia»)”.