Su Zenit.org del 7 novembre 2013 è stata riportata la protesta che si è levata contro Lidia Ravera (quella del noto bestseller sessantottino “Porci con le ali”), oggi assessore alla cultura e alle politiche giovanili (per forza, con tale curriculum…) della Regione Lazio, presieduta dallo Zingaretti fratello di “Montalbano”. La Ravera sull’”Huffington Post” se l’era presa con Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato leader del Pd nonché dell’intero Paese. Il quale aveva annunciato la realizzazione di un cimitero per bambini non nati nel suo comune, cosa prevista dalle legge. Così Ravera scripsit: «Matteo Renzi, in coda alla spettacolare kermesse della Leopolda, forte del suo stile di giovanotto scanzonato, approva, con apposita delibera della sua giunta giovane e bella, un brutto film, vecchio e clericale», giacché cimiteri del genere sono «un diritto di seppellire grumi di materia, chiamandoli bambina e bambino. È uno splatter che ritorna sugli schermi della politica con inquietante regolarità. Il copione è sempre lo stesso: una compassionevole aggressione delle mamme mancate». Il tutto è «una forma di sadismo di stato. Un’ingerenza intollerabile. Oltreché una palese buffonata». Infine, le donne che abortiscono per cause naturali sono «quelle donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie». A qualcuno di questi animali, comprensibilmente, sono girati i cabbasìsi.