Ha commosso i milanesi la storia di quella anziana costretta a chiedere l’elemosina per un debito con lo Stato («Il Giornale» nel novembre 2013 le ha dedicato alcuni servizi). Settantacinquenne, priva di un rene e con un cancro al seno, alla morte del marito ha tardato (per scarsa conoscenza dei mille lacci e lacciuoli fiscali che crocifiggono il cittadino comune) a pagare la tassa di successione sulla proprietà dell’appartamentino. Così, i 500 euro di pensione deve darli tutti i mesi allo Stato fino a estinzione del (non piccolo per lei) debito. Per mangiare e curarsi chiede la carità davanti a una chiesa. Dalla quale è stata pure cacciata dallo zingaro che l’ha dichiarata da tempo «zona sua». In diversi si sono fatti avanti per accollarsi il gravame della poveretta. Ma come lo chiamate uno Stato che esige implacabile fino all’ultimo centesimo dai poveracci e «concorda» (cioè, abbuona) milionate con i cosiddetti «grandi evasori»?