Il mio amico Mauro della Porta Raffo nel suo sito il 12 marzo 2014 ha pubblicato quanto segue: «Sir Charles Napier, primo governatore inglese del Punjab, da poco insediato, decise di combattere il ‘sati’ e cioè l’antica tradizione locale che prevedeva che le vedove fossero bruciate vive sulla pira funeraria del compianto marito. I capi gli dissero che si trattava di un rito la cui origine si perdeva nella notte dei tempi e che, di conseguenza, non era proponibile un suo abbandono. Per tutta risposta, Napier fece erigere una forca nei pressi di una pira, dicendo: “Rispetto le vostre usanze. Continuate, prego. Sappiate che è nostra usanza, tuttavia, impiccare coloro che bruciano vive le vedove”». Aggiungo io che il «sati» di fatto scomparve. E che gli inglesi fecero sparire nello stesso modo anche un altro rito la cui origine si perdeva nella notte dei tempi, quello eseguito dagli adoratori di Khalì, gli strangolatori Thugs. Quando i Cipays (soldati coloniali) si ribellarono massacrando molti inglesi (tra cui donne e bambini) i britannici legarono i colpevoli alle bocche dei cannoni e fecero fuoco. Tra parentesi, la rivolta era cominciata perché qualcuno aveva sparso la voce che le cartucce (le pallottole erano contenute in involucri di carta da aprire coi denti) erano lubrificate con grasso di maiale.