Visto in tivù un servizio sulle ciclabili. La telecamera mostrava gli spazi per le bici occupate da auto e l’intervistatore sentiva i pedalatori, tutti indignati per l’«inciviltà » (letterale) del prossimo. Se avessero intervistato i pedoni avremmo sentito dei ciclisti che sfrecciano sui marciapiedi o, se in pista, in senso contrario. Sentendo gli automobilisti, la musica è: le piste (e i dehors-covid causa) hanno reso impossibile parcheggiare. Sentiamo ora gli ambulanzieri, che il restringimento della carreggiate ha messo in serie difficoltà . E, a proposito di pandemia, ho personalmente visto una pista tracciata su un marciapiede largo. Che ora è diventato strettissimo costringendo i pedoni ad assembrarsi. Ricordo quando un mio caporedattore, udendomi lamentare per le restrizioni al traffico urbano, mi bacchettò: «In centro si viene in bici o in motorino!». E io pensavo a mia suocera, obesa, cardiopatica, claudicante e bisognosa di essere spesso portata da specialisti. Come facevo a portarla sulla canna della bici? O in due sul motorino? Dissanguandomi in taxi? Il fatto è che Gesù è venuto, apposta, a indicarci qual è il maggior problema: l’egoismo. Cioè, a ognuno interessa solo il proprio interesse.
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Il ringraziamento oggi va a Edoardo Borgi.
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