Ieri pomeriggio, incuriosito dalle voci e fischietti che sentivo in strada, mi sono affacciato. Un corteo sterminato di persone ordinate, dai bambini agli anziani, per giunta gioioso, tanto da indurmi a ricambiare sorrisi e saluti con la mano. Corso Buenos Aires, Milano, l’arteria commerciale più lunga d’Europa. Ripeto: non finiva mai. Dopo una mezz’oretta mi sono ritirato, ma sentivo che ancora scorreva. Striscioni no-greenpass, bandiere italiane, slogan sulla libertà. Mi sono detto: stasera almeno il Tg2 ne parlerà, visto che l’1 e il 3 sono altrui. Sì, vi ha accennato, diluendo in «diverse città». Però ha dedicato ben due interviste consecutive alla capa della sede Cgil di un posto pugliese che non ricordo, perché aveva trovato sul portone una svastica spray. Attentato alla democrazia. L’indomani apro «Il Giornale», cui sono abbonato anche se mi hanno cacciato: è milanese, ne parlerà, mi dico. Sì, ecco qua: «poca gente» e «commercianti indignati», «traffico in tilt» (ma non erano pochi?). All’interno, offre una collana di Grandi Biografie. C’è Lorenzo il Magnifico e, accanto, Draghi. Scorro i nomi degli altri: c’è anche Totò. Meno male.

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