Libri

Dio è cattolico?

«Caro Teofilo, poiché sai che sono religioso e mi chiedi di parlarti della mia religione, la prenderò un po’ alla larga. Mi dici che, da qualche tempo, senti una specie di prurito nell’anima, un vago senso di insoddisfazione talvolta misto a angoscia. Ogni tanto, specialmente di fronte alle sconfitte e alle delusioni, ti ritrovi a porti le grandi domande dell’uomo, le quali poi, ti accorgi, sono condensabili in una sola: perchè? Mi confessi di avvertire confusamente che qualcosa ti spinge ad interessarti del tema «religione», ad approfondirlo, ma non sai a chi rivolgerti. Ti sei aperto con me, forse l’unica persona di tua conoscenza e confidenza che sai in qualche modo (mi si passi il termine) “esperto”, magari perchè, visto che ho una fede, almeno ho affrontato l’argomento da gran tempo e sono, dunque, in grado di darti qualche risposta. Sì, ti sei rivolto alla persona giusta, dal momento che la fede, io, l’ho trovata da adulto dopo averne bazzicate diverse altre (non religiose, va detto, ma una fede è una fede). Come tanti, hai frequentato l’oratorio da bambino, hai seguito anche il catechismo e fatto la Prima Comunione con gran dispendio di abito nuovo, pranzo, invitati e regali. Ma l’adolescenza ti ha portato via da tutto questo. L’ha fatto così, in modo soft, quasi non te ne sei accorto. Dopo tanti anni, ora, da grande, ti confronti con le asprezze della vita e cominci a cercare qualche risposta. Ma sei piuttosto frastornato dalla molteplicità dell’offerta. Tante, in effetti, sono le religioni, e altrettante, se non di più, le proposte esistenziali d’altro genere. Qual è quella giusta? Bella domanda, alla quale cercherò di rispondere come posso». Cari lettori di Antidoti, questo è l’incipit della mia ultima fatica: Dio è cattolico? (Lindau). E’ in libreria dal 19 novembre. Buona lettura e aspetto i vostri commenti.

Samurai

Cari amici, è in libreria la mia ultima fatica: Il crocifisso del samurai (Rizzoli). Si tratta di un romanzo storico attorno a un episodio poco noto della storia: la grande rivolta dei samurai cristiani nel 1637. Circa quarantamila cristiani giapponesi, donne e bambini compresi, si ribellarono alla persecuzione e si arroccarono nella penisola di Shimabara, nel castello in disuso di Hara. Qui tennero testa per cinque mesi al più grande esercito di samurai che la storia del Giappone avesse mai visto. Vennero massacrati fino all’ultimo e fu la loro rivolta a provocare la chiusura ermetica del Giappone al mondo esterno per due secoli. Quando i missionari europei poterono tornare, nella seconda metà dell’Ottocento, trovarono che i discendenti di quegli antichi cristiani avevano conservato la fede nella clandestinità, tramandandosela di generazione in generazione. Solo alla fine del XIX secolo cessarono le persecuzioni dei cristiani nel Sol Levante. I pochi rimasti erano quasi tutti concentrati a Nagasaki. E furono centrati, com’è noto, da una delle due bombe atomiche.

Il crocifisso del samurai

Cari amici, è in libreria la mia ultima fatica: Il crocifisso del samurai (Rizzoli). Si tratta di un romanzo storico attorno a un episodio poco noto della storia: la grande rivolta dei samurai cristiani nel 1637. Circa quarantamila cristiani giapponesi, donne e bambini compresi, si ribellarono alla persecuzione e si arroccarono nella penisola di Shimabara, nel castello in disuso di Hara.

Qui tennero testa per cinque mesi al più grande esercito di samurai che la storia del Giappone avesse mai visto. Vennero massacrati fino all’ultimo e fu la loro rivolta a provocare la chiusura ermetica del Giappone al mondo esterno per due secoli. Quando i missionari europei poterono tornare, nella seconda metà dell’Ottocento, trovarono che i discendenti di quegli antichi cristiani avevano conservato la fede nella clandestinità, tramandandosela di generazione in generazione. Solo alla fine del XIX secolo cessarono le persecuzioni dei cristiani nel Sol Levante. I pochi rimasti erano quasi tutti concentrati a Nagasaki. E furono centrati, com’è noto, da una delle due bombe atomiche.

NUOVI CONSIGLI DEL DIAVOLO CUSTODE PER ANDARE ALL’INFERNO SENZA PASSARE DAL VIA

consigliOvvero: una lettera dall’Inferno, scritta da un’anima dannata e inviata a uno qualsiasi. Si descrive non tanto come si sta da quelle parti ma quanto sia facile andarci. Sulla scia delle famose Lettere di Berlicche di C. S. Lewis, ma con due differenze: una, chi parla non è un diavolo; due, Lewis era anglicano mentre qui l’autore è cattolico. Si dimostra come per andare all’Inferno non sia necessario fare qualcosa di particolarmente malvagio: basta non fare proprio niente. Il mittente, ormai prigioniero della parte, non può più fare altro che l’ultimo dispetto, e mischia ambiguità, disordine, verità e menzogna, così come fanno i diavoli. Infatti, non si sa se sia illusione o meno. Sarcastico e miserrimamente ridicolo, agghiacciante e serpentino, amaramente comico e orrendamente triste. In un momento in cui nessuno parla più dell’Inferno. Il libro è un aggiornamento ampliato di Consigli del diavolo custode per andare all’Inferno senza strafare.

Gli Sconfitti

Nel primo volume si assemblano coloro che saranno i protagonisti della serie western a fumetti «Gli Sconfitti».
Si tratta di alcuni personaggi che nel corso delle varie guerre ottocentesche militarono dalla parte perdente. Un ufficiale borbonico, per non giurare fedeltà al nuovo regime piemontese, emigra in America, dove si imbatte in un ex confederato. 
I due, uniti dalla voglia di inventarsi una nuova vita, incontrano per caso un terzo «sconfitto», un francese che ha servito in Messico durante lo sfortunato regno di Massimiliano d’Asburgo. 
I tre, in compagnia di una misteriosa indiana, decidono di mettersi a caccia del tesoro nascosto dell’imperatore fucilato a Queretaro. 
Nel secondo volume si aggiungerà un quarto «sconfitto», un irlandese ex volontario papalino fattosi francescano. Rino Cammilleri è ideatore della serie e autore del soggetto.

Il Dottor Carità. Vita di san Riccardo Pampuri

“Il 1897 non era un anno particolarmente denso di avvenimenti degni di passare alla storia se si eccettua la morte di santa Teresina di Lisieux. Teresina aveva promesso che dal cielo avrebbe fatto cadere sulla terra una pioggia di grazie come petali di rose. E così infatti fu, perché i miracoli per sua intercessione traboccarono. Chissà, forse uno di quei petali cadde, quell’anno, a Trivolzio, frazioncina della Bassa milanese a metà strada fra Milano e Pavia. Un gruppo di cascine sparse tenute insieme da una chiesa, non dissimile a tanti altri in quella zona. In una casa qualsiasi, in quel posto qualsiasi, il 2 agosto di quell’anno nacque un santo. Si chiamava Erminio Filippo Pampuri”. (Rino Camilleri)

Immortale odium

Roma, 1881: la salma di papa Pio IX viene trasportata di notte nella chiesa di San Lorenzo in Lucina, per essere tumulata. Un gruppo di anticlericali assale il corteo e cerca di gettare la bara nel Tevere. In seguito, una loggia massonica conia una medaglia per i partecipanti all’assalto: l’incisione evoca l'”immortale odium” per il Papato. Da questa storia vera, Rino Cammilleri ha tratto un provocatorio thriller storico in cui, parecchi anni dopo quei fatti, un misterioso gruppo, “I sette Maccabei”, comincia a uccidere uno a uno i possessori di quella medaglia, e un ex poliziotto ora prete, don Alicante, indaga per conto del papa. Verrà alla luce un mistero scandaloso, legato alle vicende della Repubblica Romana di Mazzini.