Come certo sapete, è in libreria l’ultima fatica di Vittorio Messori: “Bernadette non ci ha ingannati” (Mondadori), che ho potuto leggere in anteprima. E’ un libro che dovrebbe essere presente in ogni scaffale di credente e pure, anzi soprattutto, di chi non crede. Lì per lì, quando seppi del lavoro in corso (mesi fa), mi chiesi: ma c’era bisogno di un altro libro su Lourdes, l’ennesimo? Poi, riflettendo meglio, mi risposi di sì. Io, infatti, sono un addetto ai lavori e, per di più, avevo a suo tempo tradotto in italiano “Lourdes, cronaca di un mistero” (Oscar Mondadori) di René Laurentin e prefato proprio da Messori. Dunque, io sapevo già tutto (anche se, come al solito, nel “Bernadette” di Messori ci sono non poche novità anche per gli esperti: Messori ha scritto il libro per confutare, una ad una, le obiezioni a Lourdes). Ma io non sono tutti gli altri. Soprattutto, “gli altri” sono le giovani generazioni che di queste cose (e non solo) non sanno niente e alle quali va ripetuto tutto il già detto, da capo, con pazienza. Ecco, allora, “Bernadette”. E non stupitevi se tra qualche anno ci sarà bisogno di un altro libro sul medesimo argomento. Bastano solo cinque anni per far diventare diciottenne un tredicenne. Al quale occorrerà narrare –possibilmente con nuovi dettagli e nuovo linguaggio- la più grande storia mai raccontata.