Passando per il mercato rionale, l’altro giorno ho sentito il solito vucumprà negro che, conversando col collega accanto mentre con un occhio sbirciava l’eventuale presenza di vigili, ridacchiava: «Italiani segaioli!».
Sì, perché sullo straccio che aveva steso sul marciapiede stavano, ben in fila, dvd taroccati, alcuni dei quali porno. Alla vista di tutti, compresi i bambini in giro per spese con le mamme. Avrei voluto chiamarli io, i vigili.
Ma il vucumprà li avrebbe avvistati in tempo e sarebbe scappato per poi ritornare venti minuti dopo. Così, ho ripescato un commento di Oscar Sanguinetti, ricercatore del Cnr, su «Storia e Identità». Stando a una ricerca condotta in Belgio e riportata dal «Corsera» del 9 aprile 2007, nei soli Usa ogni 39 secondi viene immesso in internet un nuovo video porno.
A metà del 2006, in tutto il mondo, erano stati scaricati 1,5 miliardi di immagini e video. Porno, il 35% di tutti gli scaricamenti. In testa stanno i cinesi (€. 20,5 mld), seguiti da sudcoreani (19,25 mld), giapponesi (15 mld), statunitensi (9,98 mld). Agli ultimi posti gli italiani (soli 12 €. a testa per il sesso in rete), i belgi (9) e i tedeschi (6).
Manca la spiegazione del perché gli asiatici amino tanto il genere. Mancano anche i dati sull’Africa, ma da quelle parti hanno problemi più urgenti, com’è noto, e internet è merce rara.
Ah, se proprio vi interessa sapere com’è andata a finire al mercato: mi sono messo in un angolo a osservare chi si sarebbe fermato a comprare i dvd porno. Ebbene, non ci crederete. Si è fermata ad acquistare, tra mille risolini, una coppia ben vestita (lui e lei) di negri.