Per motivi ideologici sarei di principio a favore del federalismo. Peccato che avrebbe dovuto essere attuato fin dal 1861. Per un secolo e mezzo si è invece proceduto col centralismo giacobino alla francese. La parentesi fascista non è stata una parentesi ma una continuazione-esasperazione. Epperò la dittatura era realmente efficiente al livello amministrativo-welfare (è il motivo per cui ancora oggi la figura di Mussolini gode di vasto credito, sebbene tacito e reticente). Oggi, tuttavia, non so se la delocalizzazione del potere sia un bene. Anzi, lo so: ieri (sabato pomeriggio) sono andato per vetrine nella cittadina in cui passo l’estate e ho trovato parcheggi a due euro (quattromila lire) l’ora dappertutto. Per finanziare cartelloni elettronici che ti danno in tempo reale la «qualità dell’aria» e ti consigliano di smettere di fumare. Feste e fiere a ogni piè sospinto, con conseguente blocco o deviazione della circolazione. Magari per le manifestazioni dei c.d. centri sociali che, poverini, hanno il diritto di sfilare con i loro camion-discoteca a tutto volume, e magari di imbrattare (se non peggio). Una raccolta differenziata ossessiva (senza alcuna diminuzione della tassa per i rifiuti) e guai se ti scordi il giorno in cui devi mettere fuori l’«umido». Si potrebbe creare posti di lavoro di «differenziatori», invece lo si fa fare al cittadino e a spese sue. Il fascismo era altrettanto salutista ma mandava la gente al mare gratis e, se obbligava alle adunate, almeno ti passava l’uniforme. E faceva per gli studenti e le famiglie quel che la democrazia non ha mai fatto. Nostalgico? Di che? Io non c’ero. Però la democrazia ecologica e più spietata, in quanto a fisco, del Re Sole, assomiglia sempre più a una dittatura ideologica diffusa, per cui non sai con chi prendertela. Bah, il resto mettetecelo voi. Intanto vi segnalo il libro di Francesca Pannuti «Il pensiero amante» (filosofico) con prefazione del vescovo Negri (edizioni IF Press).