Leggendo il commento di Andrea Zambrano («La Nuova Bussola Quotidiana», 3.12.14) a una presentazione del libro di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri (“Acquasantissima”, sulla religiosità dei mafiosi) a Correggio nel reggiano, mi sono imbattuto nella frase, pare detta da Nicasio alla platea: «Vi siete mai chiesti perché la mafia si è radicata in un Paese cattolico e non nei Paesi protestanti?». Zambrano fa osservare che, viste le presentazioni in giro per il Paese, l’insinuazione può anche essere una teoria. Al di là delle opinioni teologiche dell’autore, comunque, l’Italia non è certo l’unico posto cattolico al mondo. Spagna, Portogallo, Belgio e Francia, per esempio, non hanno “mafie”, nemmeno la Polonia, la Croazia, l’Austria, la Baviera, l’Irlanda etc. Invece ne hanno la Russia post-sovietica, il Giappone e la Cina. Questi ultimi due ce l’hanno pure più antica e “religiosa”, rispettivamente la Yakuza e le Triadi. Negli Usa, quand’erano «protestanti», ce n’era anche una ebraica. Oltre a un fiorente Ku Klux Klan nel protestantissimo Sud.