Ecco l’incipit di quanto scrissi nel 2005 sul “Timone” riguardo al “rapito” di Mal-occhio:
«Ai tempi di Pio IX gli Stati prelevavano i figli maschi da ogni famiglia per la leva militare triennale o per mandarli in guerra. Cavour, in Crimea, si alleò coi turchi, che da secoli toglievano ogni anno un figlio alle famiglie cristiane sotto il loro dominio e li allevavano nell’islam per farne Giannizzeri. I russi, per contenere l’irredentismo polacco, portavano i piccoli cattolici in collegi ortodossi. Gli inglesi mettevano gli orfani dei loro militari irlandesi (cattolici) in collegi anglicani; tolsero i figli al poeta Shelley («ateo e di vita scandalosa») per chiuderli in collegio (anglicano). Gli svedesi battezzavano di forza nel luteranesimo i non battezzati. Negli Usa era normale vendere i figli degli schiavi neri. Eppure, tutti questi protestarono vivamente per il «caso Mortara». (…) Giovanni Paolo II se lo sentì rinfacciare all’ingresso, per la prima volta nella storia, nella sinagoga romana. E un’intera pagina del Washington Post lo ammonì a non beatificare il «rapitore di bambini» Pio IX. Quel «caso» determinò la fondazione della prima organizzazione ebraica mondiale di autodifesa, che offrì una grossa somma a chi avesse tentato in Roma un raid per «liberare» il «rapito». Libri e libri sono stati scritti per deprecare quella “infame violenza” perpetrata da Pio IX, e ancora vi si insiste».