«AsiaNews il 17 maggio ha dedicato un articolo al rapporto dell’Oms, diffuso il 13 maggio, sulla estrema insufficienza di cibo che colpisce i bambini del Turkmenistan (…). Molte famiglie cercano di salvare i figli iscrivendoli negli orfanotrofi che però sono al collasso per i crescente numero di bambini da accudire. Inoltre la corruzione onnipresente non risparmia le strutture di accoglienza degli orfani. (…) i bambini dormono in due per letto e soprattutto le razioni di cibo sono del tutto inadeguate: “vi è carenza di vitamine e altri alimenti, le zuppe sono così liquide, da essere indistinguibili dall’acqua sporca. La carne è servita una volta al mese, in porzioni estremamente ridotte, e anche prodotti più semplici come patate, rape, cipolle e cavolo appaiono sulla tavola molto di rado. Le verdure che arrivano all’internato spesso sono poco commestibiliâ€. La corruzione si insinua anche nelle iniziative in aiuto ai più bisognosi. Nella capitale Ashgabad a maggio sono state organizzate delle distribuzioni di pacchi di cibo a beneficio dei più poveri dei quartieri periferici. Contenevano carne, olio, zucchero e riso. Ma “molti dei pacchi distribuiti – rivela il reportage – sono subito riapparsi sui mercati, o per le strade, venduti dai bagagliai delle auto» (A. Bono, Lnbq, 1.6.21). Sono turcofoni (come gli uiguri), ma la Grande Turchia ha altro per la testa.
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