-«Il presidente Volodymyr Zelensky ha promesso agli elettori, quando si è candidato alla presidenza dell’Ucraina nel 2019, che avrebbe perseguito un percorso di pace e messo fine alla guerra nel Donbas. Una volta entrato in carica, tuttavia, il suo governo ha rifiutato di attuare le disposizioni dei protocolli di Minsk del 2015 – firmati da Russia, Ucraina, Francia, Germania e UE – che essenzialmente avrebbero garantito la sovranità e l’integrità territoriale ucraina in cambio della neutralità dell’Ucraina (…) Se la Russia occupa le repubbliche separatiste, si troverà ad affrontare lotte e sconvolgimenti perpetui, alimentati dagli Stati Uniti e dalla NATO (…) Al presidente Biden, diciamo: Gli interessi americani in Ucraina non supereranno mai quelli della Russia; gli Stati Uniti e la NATO non possono e non vinceranno una guerra sul terreno contro la Russia nel suo stesso cortile» (K. Vanden Heuvel, direttore di The Nation, «la principale fonte americana di politica e cultura progressista», in Stylum Curiae 27.2.22).

-Quando Putin (…) venne in visita dal Papa, espresse il desiderio di ricevere la Consacrazione Papale della Russia alla Madonna. Richiesta a cui Bergoglio non diede seguito (…) Nell’era Bergoglio vengono privilegiati i cosiddetti “preti di strada” che, dai campetti di periferia, sono promossi in Champions, creando le solite grandi attese e, puntualmente, devastanti delusioni». L’autorevole diplomazia vaticana: «Ma con Francesco, tutta questa tradizione è saltata: una vera e propria corazzata in giro per il mondo sostituita da una Fiat 500 in giro per via della Conciliazione» (L. Bisignani Il Tempo. 27.2 22).

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