I due sistemi per non sapere nulla sono:

1) la mancanza totale di informazioni, 

2) l’eccesso di informazioni. 

Il secondo è il migliore, perché, non facendo capire niente, fa credere al disinformato di sapere tutto. Ebbene, applicando questa regola all’attuale situazione politica, cosa si ricava? 

L’opposizione accusa la maggioranza di non saper governare, di occuparsi solo dei problemi giudiziari del suo leader, di non voler risolvere il conflitto di interessi di quest’ultimo, in una sarabanda quotidiana e continua di rogatorie denegate, processi contestati, pool, interviste, dichiarazioni, repliche, vesti stracciate, richieste di dimissioni, timori per la democrazia, lamentele, deplorazioni, attacchi verbali, durissime reazioni, pronte risposte, fermezze, distinguo, editoriali al vetriolo ed elzeviri al curaro. 

Se io fossi Bertoldo, tuttavia, dedurrei quanto segue: le sinistre dicono che le destre sono peggiori di loro. Ma mi sfuggirebbe (anche perché non lo dicono mai) in cosa esse sarebbero migliori. In soldoni, non sento un discorso del tipo: se ci fossimo noi al governo faremmo questo, questo e quest’altro. 

Sentendo ciò, l’elettore avrebbe un’idea abbastanza chiara sul perché dovrebbe preferire gli altri agli uni. Invece, al di là dei girotondi, dei cortei, delle manifestazioni, degli scioperi, degli allarmi, dei «Nanni e ballerine» (caustica definizione di uno al di sopra di ogni sospetto: Oreste Scalzone), non si vede né sente altro. 

Le sinistre hanno un programma politico e amministrativo migliore? Benissimo, siamo tutt’orecchi. Il guaio è che non sentiamo niente. 

Laddove, col precedente governo, abbiamo visto. Abbiamo visto all’opera suppergiù quel che avrebbe fatto anche la destra, per il semplice motivo che, piaccia o no, certe guerre si devono combattere, certe alleanze vanno rispettate, certi conti devono quadrare e certi scioperi sono inopportuni. Per chiunque. 

Viene un sospetto: poiché all’interno dell’opposizione la componente comunista ed ex comunista è molto forte, essa finisce col dare la “linea”. Ebbene, l’esperienza insegna che i comunisti sanno far bene solo una cosa: prendere il potere e tenerselo. In questo sono i migliori in assoluto. 

Del resto, tutta la loro letteratura, fin da Marx, non parla d’altro. Una tradizione unica al mondo e con un secolo e mezzo di anzianità li ha resi quasi perfetti in questo. Il punto è che non c’è un solo rigo, in queste letteratura e tradizione, che descriva cosa succede una volta raggiunto lo scopo. 

Ma tralasciamo la storia del «socialismo reale». Qui ed ora, qual è la loro cultura politica? Statalismo sempre e comunque? Concerti rock? Società multietnica? No global? Antiproibizionismo? Ecologismo in ogni caso? «Famiglie di fatto»? 

Qual è il loro ideale di Italia, un unico, gigantesco «centro sociale»? Si badi: le mie sono domande pure e semplici. Da Bertoldo, appunto. Alle quali sarebbero gradite risposte (purchè non in politichese).