Leggo il 31 luglio u.s. che in Germania sta prendendo piede l’idea di far votare i genitori anche in nome dei figli minori. Lì per lì sembra uno scherzo, visto che non c’è Costituzione che non fissi la maggiore età come requisito per l’elettorato attivo (nonché limiti maggiori per quello passivo, addirittura diversi a seconda della Camera, alta o bassa, per cui si è votati). Invece la cosa è seria e il movimento che intende appoggiare questa modifica costituzionale è, come si suol dire, trasversale. 

Le Chiese, cattolica e protestante, ne sono entusiaste: in fondo, è un modo per riqualificare la famiglia. I “laici”, certo, hanno un obbiettivo differente: in un Paese sempre più anagraficamente “vecchio”, il voto dei pensionati si avvia a diventare determinante (con tutte le implicazioni che la cosa comporta, non ultima l’urgentissima riforma del sistema pensionistico al collasso ovunque ma cui l’elettorato in pensione metterebbe parecchi bastoni fra le ruote). 

Insomma, se la cosa va avanti, un padre di tre bimbi voterebbe per quattro, sicuro, per il momento, di interpretare la volontà dei pargoli. Va da sé, ciò creerebbe non pochi problemi, dal momento che c’è anche la madre, che talvolta questa è separata, che non tutti i minori sono così piccoli da non avere orientamenti politici. E così via. Ma tutto ciò viene considerato un dettaglio in qualche modo risolvibile, tanta è la necessità di una modifica della composizione del corpo elettorale. Il bello è che non pochi genitori “laici” non battezzano i figli per non influenzarne le scelte future: quando saranno in grado di capire e ragionevolmente scegliere, opteranno o meno per l’ingresso nella comunità cristiana. Per chi conosce la storia, non è altro che l’antica eresia anabattista rivisitata in chiave postsessantottina. 

Va anche, giustamente, osservato che l’opzione per Cristo è di maggior momento rispetto a quella per l’uno o l’altro partito. Dunque, ben vengano le modifiche alla legge elettorare. Chissà che non aprano la strada al riconoscimento della personalità giuridica dell’embrione, elettore in fier . 

Epperò non tutti sanno che, nel codice civile italiano per esempio, tale istituto già esiste, visto che posso nominare mio erede testamentario l’appena concepito e perfino il non ancora concepito (e designare o far designare dal tribunale un apposito tutore, detto «curatore al ventre», onde evitare che qualcuno faccia scherzi al fine di intascare la mia eredità). Le leggi sull’aborto, naturalmente, di queste incongruenze giuridiche se ne sono fatte un baffo. In Italia e all’estero. Con tutta evidenza, però, c’è qualcosa di più «sacro» della vita: il voto.