Davvero inquietante l’articolo scritto da Maurizio Blondet, giornalista di «Avvenire», sull’ultimo numero di «Studi cattolici» (n. 511). Nel recensire il libro Il misterioso intermediario (del docente Giuseppe Rocca e del giornalista di «Panorama» Giovanni Fasanella, ed. Einaudi) si imbatte nel presunto Grande Vecchio del sequestro Moro nonché capo occulto delle BR.

Il nome che emerge è quello del russo Igor Markevic, defunto compositore e direttore dell’orchestra di Santa Cecilia. Avendo sposato una Caetani costui era padrone del Palazzo Caetani, cui adiaceva la via Caetani in cui fu trovato il cadavere di Moro. Tale sito sorge nell’antico Ghetto romano, pieno di magazzini di tessuti. I moltissimi frammenti di, appunto, tessuti di vario colore trovati sull’auto nel cui bagagliaio venne rinvenuto il corpo, secondo le indagini della scientifica indicavano che il mezzo avrebbe percorso non più di cinquanta metri. 

Lì vicino c’è piazza Paganica, dove sta uno di questi magazzini: la figlia del proprietario era sposata con un presunto brigatista. Per il resto, perché ce n’è tanto, rinvio all’articolo di Blondet. Solo, è interessante sapere che «i due autori Fasanella e Rocca hanno passato i guai loro per questo libro». 

La cosa triste è che la descrizione di questi guai la si trova solo sul sito internet Dagospia del 29 aprile u.s. Nota il Blondet che «è significativo che in Italia le notizie vere si trovino su Dagospia (o su Striscia la notizia) piuttosto che sui grandi giornali». 

Non voglio togliervi il piacere e la sorpresa: il pezzo trasuda intrecci tra Kgb, Cia, Mossad, ambienti radical-chic, estremistici ed esoteristici. E si conclude con un’amara riflessione: «i nostri coraggiosi magistrati, che così valorosamente perseguono il Cavaliere, non mostrano nemmeno un centesimo di quello zelo nello scoprire i mandanti dell’assassinio Moro, e sembrano piuttosto propensi a non sollevare il velo protettivo che circonda il misterioso intermediario Igor Markevic e i suoi potenti, impuni, immuni amici. Eppure tanti dei più inconfessabili misteri d’Italia sembrano lì sotto quel velo». Anche gli omicidi del giornalista Mino Pecorelli e del generale Dalla Chiesa.