Il suicidio rituale in giapponese si chiama “seppuku”. L’abusato “hara-kiri” (taglia-ventre) è volgare per i giapponesi. Ebbene, comunica il settimanale cattolico «Kattoriku Shinbun» che ogni anno in Giappone si suicidano più di trentamila persone, quasi uno ogni quarto d’ora. E le cifre aumentano costantemente. Soprattutto, stanno aumentando i suicidi di bambini scolari. Nella capitale Tokyo è normale buttarsi sotto il treno superveloce, tanto che i passeggeri ormai si sono abituati alle fermate improvvise e prolungate da suicida sui binari, specialmente nelle ore di punta: circa trecento all’anno. La categoria meno incline al suicidio è quella dei cristiani.