La crisi finanziaria greca rischia di mandare a ramengo l’euro a tutto vantaggio del dollaro. Paga Pantalone, come sempre. Tuttavia, quasi nessuno le canta chiare. Quasi, dicevo, perché il 10 maggio 2010 su «Il Giornale» Claudio Borghi ha scritto un articolo interessante, da cui traggo questa frase-chiave: «Invece nel nostro strano Paese ci si scanna per un appartamento acquistato sottocosto ma si fanno spallucce sulle origini di danni da decine di miliardi». Infatti, per un appartamento si dimette un ministro di centrodestra, Scajola. Borghi, tuttavia, si riferisce («spallucce») a Ciampi e Prodi e Amato, rispettivamente Presidente della Repubblica Italiana (e già ministro del Tesoro dal ’96 al ’98 nei governi Prodi e D’Alema), Presidente della Commissione Europea e Presidente del Consiglio italiano all’epoca in cui allegramente, e senza controllare i suoi conti, si fece entrare la Grecia nella Ue. Non solo. Nel 1992 c’erano sempre Amato e Ciampi (quest’ultimo governatore della Banca d’Italia) quando vennero dissipate praticamente tutte le riserve della Banca d’Italia per far fronte alla speculazione di Soros. Un danno di migliaia di miliardi per il Paese. Dice bene Borghi: perché se un politico intasca un euro di straforo va in galera ma se fulmina mezzo bilancio mandando in rovina mezzo Paese si fa «spallucce»? E’ vero, mica l’ha fatto apposta. Tuttavia, se un generale in guerra sbaglia mossa e provoca una sconfitta viene radiato, quando non fucilato per inettitudine.