Anche gli ebrei osservanti, come gli islamici, hanno la loro macellazione rituale. Si chiama “Shechita” ed è, se non vado errato (e, se ci vado, accetto volentieri correzioni), praticamente uguale a quella islamica. Nel maggio di quest’anno nella Nuova Zelanda è stata proibita perché crudele nei confronti degli animali (che vengono lasciati morire dissanguati, come richiede il rito). La Nuova Zelanda si allinea così all’Islanda, alla Norvegia e alla Svezia (ringrazio il lettore che mi ha passato il link con la notizia). Ovviamente, ci sono state proteste. Ma, chissà perché, da noi (e non solo) gli animalisti, quelli che fanno i blitz nelle cliniche dove si pratica la vivisezione e tirano vernice addosso alle signore che indossano pellicce, tacciono. Un ricordo personale: quando abitavo a Milano una certa cura omeopatica (che non seguo più) mi aveva vietato la carne di maiale; così, per sicurezza, facevo spesa in una macelleria islamica, dove anche il salame era “sicuro”. Il gestore, per garantirsi con la sua clientela abituale, proiettava a ciclo continuo su un piccolo schermo un documentario in cui si vedeva l’esecuzione della macellazione rituale: un bue infilato in una specie di camera iperbarica da cui usciva solo la testa; un addetto gli recideva la gola con un coltellaccio; la “camera” ruotava su se stessa e il bue, testa semirecisa penzoloni, si liberava dal sangue (ci voleva, certo, qualche tempo). Il filmato rassicurava, certo, i devoti, ma raccapricciava me. Così, smisi di andarci.