Riporta l’agenzia Corrispondenza Romana dell’11 dicembre 2010 che gli impiegati pubblici cristiani della provincia irakena di Mossul possono mettersi in ferie per trasferirsi con le loro famiglie nel Kurdistan irakeno. Che è al Nord, come settentrionale è la provincia di Mossul. Le zone curde sono considerate più sicure riguardo agli attacchi dei terroristi di Al Qaeda. E’ una «soluzione temporanea» cui stanno aderendo anche gli insegnanti (nell’ultima settimana se ne sono andate più di cinquecento famiglie). Certo, il presidente della provincia ha un nome poco rassicurante, Jalal Talabani, ma è d’accordo con la misura. A costo di (parzialmente) ripetermi: non sarebbe una cattiva idea, se le cose si mettessero al peggio, se questi cristiani venissero accolti in Europa. L’Italia, per esempio, non ha forse penuria di infermieri?