Friedrich Hussong (“Kurfüsterdammâ€), parlando degli intellettuali: “Pretendevano di impersonare il Geist nazionale, la cultura, il presente e il futuro del Paese. Erano i suoi rappresentanti nel mondo, parlavano nel suo nome (…); tutto il resto era sbagliato, inferiore, deplorevole, kitsch, odioso, filisteo (…). Erano sempre in prima fila. Nominavano i cavalieri dello spirito e dell’anima europea (…). Esisteva solo ciò che incontrava la loro approvazione (…). Essi ‘creavano’ se stessi e gli altri. Chiunque li serviva era sicuro di riuscire ad avere successo: recitava nei loro teatri, scriveva sui loro giornali, sia che si trattasse di formaggio o di relatività , di cipria, di nuove medicine o diritti umani, democrazia o bolscevismo, propaganda per l’aborto o contro il sistema legale, musica negra o danze scollacciate. In breve, non ci fu mai una dittatura più impudente di quella dell’intellighentsija democraticaâ€. Chissà di chi parlava… Non certo di “Repubblica†e “L’Espressoâ€, non esistevano ancora.
il blog di Rino Cammilleri
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