Rodolfo Casadei, sul settimanale «Tempi» del 24 novembre 2010, in un articolo sul calabrache occidentale nei confronti della Cina così, tra l’altro, ha scritto: «La Cina investe più risorse finanziarie nell’Africa nera (62,2 miliardi di dollari) che non in Europa (53,1 miliardi) o nel Nordamerica (59 miliardi), regioni il cui Pil supera di 40 volte quello africano, e in Asia appena meno che nel Medio Oriente crocevia dell’energia (44,9 miliardi contro 49,5). Ma perché, potrebbe chiedersi qualcuno, i Pvs (Paesi in via di sviluppo, ndr) dovrebbero mostrare più gratitudine per i doni e gli investimenti cinesi anziché per gli aiuti e la cancellazioni del debito estero ad opera dell’Occidente? Perché le seconde sono sempre accompagnate da condizioni come l’assunzione di impegni in materia di lotta alla corruzione, incremento della spesa sociale, rispetto dei diritti umani e promozione della democrazia, mentre la Cina pone una sola condizione: che gli appalti di grandi opere pubbliche e i contratti per lo sfruttamento di risorse minerarie vadano a imprese cinesi». La «gratitudine» viene mostrata votando sempre con la Cina all’Onu. La quale sulla questione «diritti umani» risulta, così, praticamente paralizzata.