Sull’agenzia Zenit del 22 febbraio 2011 ho trovato un interessante articolo di Paul De Mayer riguardante l’eutanasia in Belgio. Poiché questo Paese è all’avanguardia sul tema, riporto alcuni significativi stralci: «Esattamente il 20% o un quinto (cioè 141 su 705) delle persone che nel 2008 hanno scelto ufficialmente l’eutanasia in Belgio soffriva di disturbi neuromuscolari. Poiché si tratta di pazienti con organi di una qualità relativamente “alta”, rappresentano dunque una categoria di potenziali donatori da prendere in considerazione per combattere la penuria di organi». La rivista Transplantation ha riportato il caso «di una donna non terminale ma caduta in uno stato detto “locked-in”, una condizione nella quale la persona è perfettamente cosciente e sveglia ma si trova nell’incapacità di comunicare perché completamente paralizzata. Dieci minuti dopo il decesso procurato della donna, dichiarato da tre medici diversi ed avvenuto in presenza del marito, le sono stati tolti il fegato e i reni (…). Che il “modello belga” si sta incamminando sul cosiddetto “piano scivoloso” o “slippery slope” lo dimostrano d’altronde altri due studi pubblicati l’anno scorso, il primo a maggio sul Canadian Medical Association Journal (CMAJ) e il secondo ad ottobre sul British Medical Journal (BMJ). Il primo studio rivela che quasi un terzo (il 32%) dei casi di “morte medicalmente assistita” nella regione delle Fiandre avviene senza richiesta o consenso del paziente. In più della metà di questi casi – il 52,7% – la persona cui è stata applicata l’eutanasia, senza la sua esplicita richiesta, aveva 80 anni o più. Dalla seconda inchiesta emerge inoltre che appena la metà (il 52,8%) di tutti i decessi per eutanasia nelle Fiandre è stata comunicata all’organismo competente, la Commissione Federale di Controllo e di Valutazione, anche se la legge richiede di farlo. Colpisce inoltre il fatto che in quasi la metà dei casi non segnalati (il 41,3%) la procedura dell’eutanasia è stata eseguita da un infermiere in assenza di un medico». Pare che si stia diffondendo la prassi di comminare l’eutanasia anche ai minori: «Lo ha rivelato uno studio reso pubblico nel marzo del 2009 sull’American Journal of Critical Care (AJCC): in cinque delle sette unità di cure intensive pediatriche del Belgio i casi sono stati almeno 76 nel biennio 2007-2008».