Tra i cattolici milanesi (non tutti, com’è noto) è allarme Pisapia. In effetti, se diventasse lui sindaco di Milano, molto probabilmente avremmo nozze gay, moschee, passi verso l’eutanasia eccetera. Ma, proprio come cattolico, mi chiedo: in generale, è giusto sostenere un candidato che difende quelli che la Chiesa chiama «principi non negoziabili» ma è carente su tutto il resto? Parlo in generale. Cioè, se mi chiedesse il voto uno che non si preoccupa nemmeno di sostituire le lampadine fulminate, però non celebrerebbe mai matrimoni omo, dovrei darglielo? Certo, a denti stretti direi di sì. Ma riesco a capire (non a condividere, ma capire sì) quelli che ragionano nel modo seguente: le eventuali nozze gay riguarderebbero solo due o tre coppie (in effetti, tanti sono gli omo che vogliono il velo bianco e i confetti), di cui a me non frega niente. Però la mia strada è al buio da mesi. Ripeto, parlo in generale. In ogni caso, la dèbacle del centrodestra a Milano è sotto gli occhi di tutti. Qualche motivo ci sarà se una fetta maggioritaria della popolazione ha sterzato bruscamente. Non sarà un voto di protesta?