Riporto e in parte riassumo un interessante articolo di Davide Greco in www.nocristianofobia.org del 20 gennaio 2013 e riguardante le seminude «Femen» che, sfidando il freddo boja, hanno manifestato contro il papa Benedetto XVI durante l’Angelus in piazza San Pietro. Erano in quattro, compresa la leader Inna Shevchenko. Fondate in Ucraina nel 2008 da Anna Hutsol, sono in genere studentesse fra i 18 e i 25 anni. A Kiev sono circa 300. Però, malgrado il loro scopo ufficiale sia «incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina» (Wikipedia), «quando un altro gruppo-clone, le “Ru Femenâ€, hanno osato manifestare nude a Mosca, le Femen originali le hanno denunciate». Il 17 Agosto 2012 due di loro hanno tagliato con una motosega la croce greco-cattolica di Kiev eretta durante la Rivoluzione Arancione per ricordare le vittime della Ceka (la polizia stalinista) e la leader è dovuta fuggire a Parigi per non farsi arrestare. Greco si chiede: perché non si muovono tutte insieme ma solo a gruppetti? Vediamo. «Secondo quanto emerso durante il programma televisivo d’inchiesta “Groshiâ€, le Femen sono delle stipendiate al soldo di qualcuno. Un po’ come le cugine Pussy Riot che, secondo alcuni, sarebbero finanziate niente meno che da Georges Soros. Ecco la storia: una giornalista ucraina si è introdotta nel movimento Femen e ha scoperto che ogni azione di protesta è generosamente pagata. Ogni attivista percepirebbe 1000 euro al mese, mentre le dipendenti della sede di Kiev, da dove si coordinano le varie iniziative, riceverebbero stipendi pari a 2500 euro mensili. L’affitto dell’ufficio nella capitale ammonterebbe a 2000 euro al mese. Il costo della spedizione parigina, pari a 1000 euro al giorno per dimostrante, è comprensiva di biglietto aereo, albergo, taxi e pasti». Il che vuol dire che con quattro si può fare, con decine costa troppo. Chi paga? «La giornalista stessa suggerisce delle ipotesi. Sarebbero tre le persone con cui la leader Shevchenko si è maggiormente incontrata. Si tratta innanzitutto del cinquantenne miliardario tedesco Helmut Josef Geier, meglio conosciuto come DJ Hell (…), proprietario della “International DeeJay Gigolo Recordsâ€. Wikipedia, per quanto non possa essere una fonte attendibile, anche se spesso è curata dai personaggi stessi, in fondo al testo specifica: “DJ Hell financially supports Ukrainian protest group FEMENâ€. Gli altri due finanziatori citati sono l’imprenditrice tedesca Beate Schober e l’americano Jed Sunden, fondatore del magazine “The Kyiv Post†nel 1995».
il blog di Rino Cammilleri
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