Non so se succede anche a voi, ma a me quasi sempre. Dal panettiere o in pasticceria. Mi metto in fila e, quando quasi tocca a me, davanti ho una signora che comincia: mi dia tre di questi, cinque di quelli, no, non quelli, quelli, sì, poi un quarto di questo e dodici, lì, sì, di quelli piccoli, ora sette di quegli altri e una fetta di questa, no, non così tanta, meno, ecco, ah, aspetti, mi dia anche un pezzo di quella, sì, quella, va bene così, sì, e un assaggino di quella là, poco, ecco, grazie. Finito? No, adesso comincia la cerimonia della ricerca del portafogli nella borsa. Cerimonia non breve, naturalmente. Trovato, si fa ripetere il totale, poi fruga alla ricerca delle monete. Avuto il resto, c’è da rimettere il tutto nel portafogli (enorme, farcito di decine di card) e questo nella borsa, nonché chiudere la borsa dopo avere fermato i tre o quattro bottoni-clic del portafogli. La borsa viene posta al braccio, del sacchettone con la spesa occorre adesso trovare i manici per infilarci le dita e finalmente levarsi di torno. Sperando che non si sia dimenticata qualcosa. Come Dio vuole, tocca a me. Un caffè, grazie. L’euro l’ho già in mano.