Ho letto nella rubrica di Sandro Magister (www.chiesa.it) alcuni passi del discorso fatto dal filosofo francese Fabrice Hadjadj a Parigi, nella sede dell’Unesco, in occasione dell’inaugurazione di quel «Cortile dei gentili» voluto dal papa e presieduto dal cardinale Ravasi. Il 24 marzo 2011, in quello che è il braccio culturale dell’Onu, il filosofo (di famiglia ebraica ed ex ultrasinistra ma convertito al cattolicesimo) ha ricordato il primo direttore generale dell’Unesco, Julien Huxley, biologo e fratello del più celebre Aldous, l’autore de «Il mondo nuovo». Julien, nel 1941, «nel momento stesso in cui i nazisti gasavano i malati mentali», scriveva: «”Una volta pienamente assicurate le conseguenze che implica la biologia evoluzionista, l’eugenetica diventerà inevitabilmente una parte integrante della religione del futuro, o del complesso di sentimenti, quale che sia, che potrà nel futuro prendere il posto della religione organizzata”». Ma anche: «”Considero come assolutamente probabile che i negri autentici hanno una intelligenza media leggermente inferiore a quella dei bianchi o dei gialli”». Hadjadj ha rilevato che «Huxley pretendeva di sostituire le religioni tradizionali con le biotecnologie» e ottenere «la redenzione dell’uomo attraverso la tecnica». Così l’Huxley scriveva nel 1957: «”La qualità delle persone, e non la sola quantità, è ciò che dobbiamo ottenere: di conseguenza, una politica concertata è necessaria per impedire all’ondata crescente della popolazione di sommergere tutte le nostre speranze di un mondo migliore”». Commento di Hadjadj: «Il “mondo migliore” di Julian non è così lontano dal “Nuovo mondo” di Aldous».