“Com’è che questo piccolo compositore di provincia riesce ad accedere
direttamente alla Scala nel 1839, a soli ventisei anni, con la sua –
addirittura – prima opera, la più brutta, ‘Oberto’, seguita l’anno dopo,
ancora alla Scala (!), da ‘Un giorno di regno’ (ancora peggio)? Che si tratti
di un caso curioso lo dimostra il povero Amilcare Ponchielli, che dopo due
successi a Cremona nel 1856 e 1861 non riusciva ancora a trovare la
strada per nessuno dei teatri importanti del Nord, finendo per scrivere,
sconsolato, di aver sperimentato che, privo di protezioni, non si poteva
giungere allo scopo†(M.Venuti, Studi Cattolici, sett. 2006, cit. in E.Biagini, “Malascienza†p. 365).
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