attori

-Mads Mikkelsen: l’America? «e chi l’ha mai vista… I film a stelle e strisce si girano tutti in Repubblica Ceca». «Il set di Star Wars se lo immaginano tutti come avveniristico e futuribile. Era una stanza anonima come non ce n’è nemmeno a casa mia». «Fama e denaro. Un attore lavora per questo. Il resto sono chiacchiere, non credeteci».

-Ricky Gervais: «Parlo di quelle donne all’antica. Quelle con l’utero. Quei dinosauri. Adoro le donne nuove. Quelle con la barba e il c.». E’ il comico inglese che alla cerimonia degli Oscar ha raccomandato di prendere il premio e levarsi dai piedi senza fare discorsi sociali («La maggior parte di voi è stata sui banchi di scuola meno di Greta»). E ha proposto i nani come metadone per i pedofili.

-Non perdete questi due libri: Guido Vignelli, «San Francesco antimoderno» (Fede&Cultura, pp. 160, €. 15) e Bernardo di Clairvaux, «Scritti sui Templari» (idem. pp. 140, €. 16).

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Se guardate le interviste di Vincenzo Mollica o gli extra dei dvd, fateci caso, non c’è attore che non esordisca dicendo che nel girare il film si è divertito moltissimo. Anche se si trattava di una fiction in cui veniva descritta la morte terminale di sua madre. Invariabilmente, le seguenti dichiarazioni non mancano mai: il regista è stato straordinario, il cast eccezionale, ci siamo divertiti moltissimo sul set. Un mestiere così esilarante, si capisce perché tutti vogliano farlo. Per gli altri il lavoro è fatica, provare per credere. Chiedete a un operaio, a un ingegnere, a un prete, a un idraulico, a un carabiniere: scusi, lei si diverte? A una domanda del genere, come minimo si sentirà preso in giro e sarà già tanto se non vi manderà a quel paese in malo modo. Chiedetelo anche a quelli che guadagnano bene, a un magistrato, perfino a un politico. Insomma, c’è solo una categoria che fa un lavoro spassoso: gli attori di cinema. Chissà perché alcuni di loro si suicidano, devono disintossicarsi ecc. ecc. Boh, misteri della decima musa.