Lotta al contante = lotta ai poveri: “la mancanza di denaro contante accentua la precarietà delle persone che vivono ai margini della società” (…). Gli squali e i cacciatori di evasori “confondono l’ideale tecnocratico con il bene comune di tutti” (…). non pochi consumatori perdono il controllo delle loro spese se pagate con moneta elettronica (…). “Gli attivisti che lavorano per l’abolizione del contante non sembrano tanto motivati dalla modernizzazione del sistema di pagamento quanto dallo sfruttamento personale, commerciale o statale di dati privati: sfruttamento operato da tecnocrati che non hanno alcun riguardo per la vita privata o per la volontà dei consumatori, dei deboli e degli esclusi, e ancor meno per chi non sa usare i dispositivi digitali”. Fare errori nel digitare i codici richiesti: “Quando, con l’avanzare dell’età, all’utente tremano le mani e preme goffamente i tasti del computer o del telefono cellulare” (…), la porzione dei patrimoni tenuti nei conti correnti è tanto maggiore quanto minore è la ricchezza, e quindi grava di più sui redditi bassi» (E. Perrot, Civiltà cattolica n. 4118, 15.1.22, in RossoPorpora 21.1.22).
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