A Zurigo c’è la famosa «clinica della dolce morte», come tutti sanno, e vi si pratica a pagamento l’eutanasia. Lì, «terminato» il soggetto, lo si crema. Quel che resta, se alla famiglia non interessa, pare finisca nel lago («Il Giornale», 26 ottobre 2008). Ceneri, di solito, ma anche ossa bruciacchiate. La cosa è trapelata e ha destato un certo scalpore. Ma la legge è legge. Tutt’al più si può procedere contro privati per «inquinamento del lago». Torna in mente il titolo di quel libro, La Svizzera lava più bianco, di Jean Ziegler, uscito qualche anno fa per Mondadori (anche se parlava di riciclaggio di denaro).
Conquiste
Il divorzio è, come noto, una delle tante “conquiste civili†che i radicali portano all’occhiello e che ci hanno reso tutti più felici. Cito da «Il Giornale» del 2 agosto 2008: «Dopo la separazione i bambini sono stati affidati a lei, che –benché guadagni più di lui- ha ottenuto dal giudice la casa coniugale e un congruo assegno di mantenimento. Risultato: Gianni deve sopravvivere con poche centinaia di euro al mese e non potrebbe mai permettersi un appartamento in affitto.
E’ la “sindrome del clochardâ€, colpisce tanti uomini che, dall’oggi al domani, si addormentano benestanti e si svegliano indigenti. Un crollo patrimoniale causato dal fiume carsico del divorzio che erode certezze affettive ed economiche».
Il giornalista Antonio Lucano riporta anche i numeri: «Negli ultimi dieci anni i suicidi tra gli uomini separati sono aumentati del 13%; mentre –secondo i dati Caritas- un barbone su tre si è ridotto a vivere sulla strada dopo che il suo status di marito e padre è stato frantumato dalla sentenza di un giudice».